Amarok, tra mistero e realtà

AmarokOggi vi parlo di Amarok, e se ne parlo oggi è per vari motivi. Primo perché è uno delle più belle cose che siano capitate alla musica negli ultimi vent’anni (vabbè… prima c’erano i Pink Floyd 😉 ); a forza di ascoltarlo infatti mi sono reso conto che dire che sia una delle più belle composizioni di Mike Oldfield potrebbe sembrare riduttivo. Non l’ho scoperto subito; prima ne ho sentito parlare, ne ho letto sui siti dedicati a Mike, ma mai l’avevo ascoltato; l’ho scaricato e l’ho ascoltato, all’inizio un po’ alla volta (è difficile ascoltare una traccia da un’ora e due secondi in un solo colpo), poi con gli anni mi è capitato sempre più volte di sentirlo per intero seguendo ogni volta più attentamente le trame che si sussegono all’interno e apprezzando via via quelle piccolezze che Mike riesce sempre a nascondere nelle sue composizioni. Non mi dilungo sulla storia dell’album e delle controversie con la Virgin; quelle storie le tratta meglio l’articolo di Wikipedia.
Secondo, amaroK (notate la differenza nella scrittura) è un lettore musicale per linux, in particolare per l’ambiente grafico KDE, nonchè quello che attualmente ritengo il migliore, soprattutto per le vaste funzioni, anche se nulla toglie che al momento io sia in Gnome e stia usando Rhythmbox perchè non ho voglia di installare le librerie di KDE sulla Debian nuova di pacca… Comunque, tornando ad amaroK, per parecchio tempo mi sono chiesto se il nome fosse solo una coincidenza, finchè un giorno aprendo Amarok con amaroK mi sono trovato questo avvertimento che fugava chiaramente qualsiasi dubbio sull’origine del nome; poi mi è venuto in mente che le immagini ufficiali contenevano sempre molti pezzi di Mike nelle playlist, ma non ci avevo mai fatto caso.
Terzo… è l’unica cosa che riesca a tirarmi su dopo l’in***ata odierna in Comunicazioni… 🙁

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