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Piccole piccole ore…

…perché mi trovo sempre a fare quello che devo fare a queste ore? Sono le 02.57… nessuno che disturba, musica di sottofondo, niente di serio con cui distrarsi. Un po’ di cose le ho fatte ma sicuramente ne ho dimenticate molte altre (tipo mi stavo dimenticando di guardare i dettagli del concerto degli Incognito di venerdì). Tante, ancora e sempre troppe cose etichettate come ‘da fare’ che si mettono in coda e ne escono molto lentamente. Continuo a dire di voler fare sempre meno e di voler provare a trovare un po’ di tempo libero, ma finora gli unici ad averne fatto le spese sono gli amici… le uscite di tutto il 2008 si contano sulle dita di una mano… casa-università, università-casa… al massimo qualche sera con il coro… ne verrò mai fuori?

Mixed feelings

Titolo in inglese per descrivere un momento in cui non riesco più bene a capire cosa sento, cosa cerco, cosa voglio… memorie, sogni, ricordi e sensazioni in un misto micidiale; il tempo si è fermato, il respiro rallenta, pace; guardare il buio dalla luce è difficile; righe ocra e nere si intersecano in un bagliore con ben poche speranze; forse ora più che mai sento il bisogno di condividere ciò che mi sta attorno senza trovare però come sempre un appiglio e qualcosa che faccia sperare una soluzione, un cambiamento. Dal passato torna quel dubbio che Elton John riassumeva in “Is loneliness the same as being free?”.

Luci ed ombre

Ieri ho rivisto il sole dopo più di 20 giorni, sentito un po’ del suo calore in faccia. E mentre questo accadeva alcune delle domande che mi ero posto nei giorni scorsi iniziano forse a trovare risposta. Rivedo i colori della Lapponia, ricordo il profumo della betulla, il grande silenzio, la grande pace; ricordo il medico pazzo di Tjåmotis, le rapide a nord di Kvikkjokk, le cime dei monti rosse a mezzogiorno, il freddo sulla faccia, il crepitio della stufa, gli ululati dei lupi. Forse è solo suggestione, ma stavolta qualcosa mi è entrato dentro e ci è rimasto, anche se non l’ho capito subito.

Dopo il Grande Nord

Rieccomi a casa… più di tutto sento una grande nostalgia per quelle terre immense, quel silenzio, quella natura fantastica; una grande voglia di tornare. La Svezia del nord, Jokkmokk, Kvikkjokk e la loro solitudine, gli strani personaggi che popolano quella terra, i lupi e la loro vivacità mattutina, la neve bianca ed il vero freddo, le distanze, i colori; in queste cose ho vissuto per quindici giorni e mai foto o video potranno dare una vera idea di ciò che è stato.
Comunque, giusto per darvi un’idea, ecco un assaggio:

Grande Nord… ancora 1

Scrivo dalla biblioteca di Jokkmokk, di fronte alla stazione degli autobus, dove alle 19.15 parte quello diretto a Murjek, da dove un treno mi portera’ viaggiando tutta la notte fino a Stoccolma; da li’ ancora autobus fino a Skavsta, quindi aereo per Bergamo. Ancora poche ore sopra il Circolo Polare, ancora poche ore nel Grande Nord, 26 ore in Svezia. Stamattina sveglia alle 4.45 per prendere il bus Kvikkjokk-Jokkmokk delle 5.40 (l’unico!) con il risultato che sono qui che giro tra sala d’aspetto dei bus, konditoriet (il nome dice tutto) e biblioteca, con una sosta in un albergo per il pranzo. Ancora 3 ore e mezza… probabilmente faro’ un salto al supermercato ICA qui vicino (beh, non che a Jokkmokk qualcosa possa essere molto lontano… 😀 )

News nordiche 1

Dal primo aggiornamento sono successe varie cose… Come previsto il 22 sera eravamo a Haukeliseter dove abbiamo scongelato l’auto di Ario e dormito nella “sua” stanza. Il giorno dopo su in macchina tra fiordi e gallerie (ad Aurland la piu’ lunga d’Europa, 24.5km!) fino al lago
di Tyin, ai piedi dello Jotunheimen; li’ incontriamo Ario con i lupotti; ri-sistemazione dei carichi in macchina e partenza verso la Svezia; qualche ora di riposo in un rifugio sopra Meråker (pallino del 16 gennaio nella cartina del Sogno del Lupo) e poi via di nuovo verso Nord. Le dritte e ghiacciate strade svedesi ci portano infine a Jokkmokk e di li’ finalmente a Kvikkjokk al Sinjerak Lodge, dove a notte inoltrata improvvisiamo un “cenone” dopo la visita del “famoso” Björn. Nei giorni successivi sono arrivati gli ospiti e abbiamo fatto una piccola escursione sopra il paese. L’altroieri (29/12) invece partenza con sci, slitte e zaini verso l’immensita’ del Sarek! Temperature in discesa dai -15 della partenza ai -23 della mattina dopo. Ieri rientro al Lodge per buona parte del gruppo (me compreso per problemi di freddo a mani e piedi speriamo solo per causa della stanchezza). Ieri sera uscita a -18 a caccia di aurore ma abbiamo atteso invano…

Grande Nord -4

La data è sempre più vicina… oggi sono arrivate la frontale che avevo ordinato ed una tenda da portare su ad Ario; la Ryanair mi ha confermato (tramite il loro bellissimo 899 da 0.8€/min 🙁 ) che posso far passare un borsone unico come “attrezzature sportive” fino a 32kg; mancano dei calzini caldi sottili, ma qualcosa troverò… ah, ecco… anche la batteria di scorta della macchina fotografica! …e anche gli occhiali da sole (non che ce ne sarà per molto tempo… ma con tutta quella neve è meglio proteggersi in quelle poche ore!). Continuano a venire in mente cose da prendere e da controllare… anche un paio di pantaloni pesanti più multiuso (ho già quelli da traversata). Quante cose…

Un po’ di musica nuova

Ora che sono un pochino più tranquillo sono riuscito a passare un po’ di tempo (sempre troppo poco…) ascoltando qualcosa di più o meno nuovo; più o meno perché alcune cose le avevo recuperate negli ultimi mesi senza ascoltarle granché (escludendo Music of the Spheres che, oltre ad averne già parlato, ormai conosco quasi a memoria 🙂 ).
Cominciamo da lontano, partendo da Mindfields, cd dei Toto del 1999; un mix tra quello che resta degli anni ’90 e le nuove sonorità su cui si sono indirizzati negli ultimi anni; secondo molti il loro miglior album fino all’uscita, l’anno scorso, di Falling In Between… sono d’accordo! Bellissimo album che merita un lungo ed attento ascolto ma che però effettivamente non raggiunge lo ‘splendore’ del loro ultimo capolavoro!
Torniamo ad un’altra vecchia conoscenza, ovvero Alan Parsons ed al suo ultimo album “A Valid Path” del 2004; un mix di vecchio e nuovo con ricordi che affiorano qua e là andando a scomodare anche i Pink Floyd e l’ancora ‘verdognolo’ David Gilmour. Piacevole per i fan del caro vecchio Alan potrebbe non dire granché a chi ci si affaccia per la prima volta; da lodare, come sempre, la pulizia e le sonorità.
Veniamo ora un po’ più in qua nel tempo trattando però di due colossi del passato che non hanno mai smesso di divertirsi a fare musica… parlo di George Benson e Al Jarreau e del loro ultimo album “Givin’ It Up” (2006); un disco “leggero” tra cover e ospiti di vario genere e la grandissima professionalità che ci si aspetta da due che messi insieme hanno collezionato la bellezza di 13 Grammy!!
Torniamo ora invece molto più in qua con Carrie Underwood ed il suo album “Some Hearts” del 2005; per quanto criticabili i metodi di giudizio di eventi come American Idol, forse stavolta qualcosa di buono ne è uscito; il risultato è qualcosa a metà tra pop e country, piacevolmente ascoltabile e di buona qualità, anche se la figura della Underwood non è ancora ben definita ed è ancora un po’ legata alla manifestazione che l’ha resa famosa; vediamo cosa ne segue…
Ed ora finiamo con qualcosa di poco noto (anzi… per me era addirittura ignoto fino a poche ore fa!) ma che sembra valer la pena approfondire. Si tratta di Conjure One, un progetto nato da Rhys Fulber dei Delerium… un misto di elettronica, world music in salsa un po’ Enigma e Deep Forest; il risultato comunque sembra degno di nota!
Altre cose poi mi sono passate per le orecchie in questo periodo (Daughtry, Little Big Town, Hinder, Nick Lachey… ) ma non avendo ascoltato più di una o due canzoni non mi fermo a giudicare!

Grande Nord | -15

La distanza cala ma le cose da fare sono sempre troppe e improcrastinabili, con la probabilità sempre più alta che queste vadano a farsi sentire sull’ultima parte del Grande Viaggio (quella più impegnativa spiritualmente, psicologicamente ma anche e soprattutto fisicamente) e quindi ad accorciarla se non ad eliminarla per il semplice ed atavico motivo del non saper dir di no di fronte alle care vecchie minacce psicologiche. Presente incerto contro futuro ancora più incerto… una dura battaglia …e se poi inizia a rimettersi in mezzo il passato allora diventa proprio dura!

Grande Nord | -21

Stavolta -21 non è una temperatura ma i giorni che mancano… i preparativi sono tutt’altro che terminati, ma prima di martedì non riuscirò neanche a pensarci! Le attività dei prossimi quattro giorni bastano e avanzano per coprire tutte le ore del giorno e della notte (il che significa che per forza di cose non saranno fatte al meglio ma forse neanche bene… e questo mi spiace per chi si fidava di me)…
Intanto vi segnalo un paio di siti in qualche modo legati alla mia prossima esperienza (uno dovreste già conoscerlo…):
http://www.backtothemother.it/
http://www.ad-maiora.it/
http://www.speedmark.it/

Sempre più incasinato

Sistemi Distribuiti mercoledì mattina… venerdì sera via col coro… la conferenza per i cinquant’anni dei LEO sabato mattina e cerimonia con cena e festa il pomeriggio sera… domenica pomeriggio via col coro… lunedì mattina check-up medico giusto per essere sicuri prima di partire… martedì prossimo l’esame di intelligenza aritificiale… il tutto con le lezioni ancora in corso! Gli amici? Non li sento più… non esco più la sera… non ci sono più per nessuno… quanto durerà ancora? Mah… di sicuro tra un mese la spina sarà bella staccata, nella pace più profonda, lontano da tutto e da tutti (a parte un paio di care persone ed un paio di care bestiole) ma in questi giorni sono al limite del collasso psicologico!!

Sulle tracce della Sacra Pista

La partenza si avvicina… attacchi (Rottefella Riva3-L) attaccati agli sci (Madshus Pellestova), scarponi (Crispi Sydpolen) pronti, maglietta Speedmark da testare sul campo… il bancomat inizia a piangere, ma il sogno si avvicina e a quello ci penserò dopo 😀

Un caldo caldo giaciglio

Mercoledì è finalmente arrivato il mio nuovo Salewa Sigma Alpinextrem -20. A cosa mi serve un sacco a pelo sintetico da temperatura comfort di -20°? Qui non ne ho ancora parlato, anche se a molti amici l’ho già raccontato direttamente; di prenotato c’è anche un biglietto aereo da Bergamo a Sandefjord per la mattina del 22 dicembre; in arrivo ci sono anche un paio di sci ed una pulka; vado a correre quasi tutti i giorni… qualcuno indovina? 😉

Al limite…

Sto incastrando gli impegni in un tetris pazzesco con il rischio che saltino pezzi continuamente e per le cause più disparate, come (ieri) due autobus che non arrivano perché rimasti bloccati a causa del traffico o un verbale da consegnare entro la settimana (in questo momento Ferrari ha già iniziato a far lezione… ormai arrivo alla pausa 🙁 ).

Buffer overflow

Sto uscendo di zucca… tra un po’ scoppio… non riesco più a stare dietro alle cose… sono sempre più stanco… e da qui a dicembre la situazione non migliorerà di certo! Mezza giornata di relax non è stata sufficiente e oggi mi ritrovo con migliaia di pensieri in testa che non mi lasciano ragionare e pensare con calma senza pensare in ogni momento che ho altre 81923 cose da fare. In mezzo a tutto questo casino non sto neppure studiando e inizio a chiedermi se valga veramente la pena lasciare indietro lo studio per alcune di queste cose; forse no… ma con gli impegni presi come si fa? Delegare gente che non vuole saperne di essere delegata? Lasciare ad altri “responsabilità artistiche” di mia competenza? Di certo non posso far studiare qualcun altro al posto mio, né mandare qualcuno al campo coi ragazzi o in Norvegia.

C’è qualcosa all’orizzonte?

Tante cose sembrano materializzarsi pian piano… Un sogno da qui a poche settimane (non ne parlo per scaramanzia), una possibilità di tesi molto interessante (pur restando qui… di contro potrebbero crearsi varie possibilità a posteriori!), eventi di un certo peso da organizzare con i Leo, un nuovo cd con il coro… tante cose… troppe? Vediamo in che condizioni arrivo alla fine dell’anno e ne riparliamo! 😛

Brividi tra le sfere

Era molto tempo che non mi capitava di sentire i brividi ascoltando per la prima volta qualcosa di nuovo. Ci volevano Mike Oldfield ed il suo nuovo album “Music Of The Spheres”! Il cd deve ancora uscire ma girando per la rete non è difficile trovarlo… 😉
Un’orchestra sinfonica, un coro, un paio di chitarre classiche e l’incredibile voce di Hayley Westenra, il tutto diretto da Karl Jenkins: così Mike espone le sue idee in fatto di musica classica; il risultato è qualcosa di fantastico, che se da un lato ricorda alcune classiche colonne sonore dall’altro si riallaccia a vecchi cavalli di battaglia di Mike come Tubular Bells e Amarok. Da ascoltare e soprattutto da comprare appena esce; personalmente credo che approfitterò per pre-ordinarlo su play.com.