Ancora sabato

Rieccolo che arriva, il mal di testa da sabato… sabato demotivante e demotivato, inutile, continuo a sbattere la testa sui muri e sono sempre più convinto che me le vado a cercare. Fortuna che in sottofondo c’è il caro vecchio Mike, ma se mi metto ad ascoltare Amarok vuol dire che qualcosa che non va c’è e ho paura dipenda sempre da questo mio continuo non capire la vita, cosa ci sia dietro e cosa bisogna fare per viverla… continuo ad aggrapparmi come ad un autobus in corsa restando appeso ad un filo; continuo a dimenticarmi di tutto e tutti, a non capire niente e a non imparare un tubo. Sempre quella mia cazzo di indole da sognatore che non mi permette di vivere giorno per giorno ma mi costringe a costruire almeno un paio di storie e di castelli in aria per ogni mia azione o parola; storie che ovviamente si perdono nel plasma temporale causa manifesta incapacità di credere che i sogni siano realizzabili. L’unica cosa che riesco a pensare ora è che non uscirò mai da questa bolla di solitudine, questo strato di metallo pesante che filtra ogni singola parola, ogni emozione, ogni sogno (a parte quelli notturni di cui ho già parlato), ogni comunicazione con l’esterno.
Basta… se continuo a scrivere riuscirò a rovinarmi anche Amarok. Meglio di no… nessuno mi tocchi Amarok!

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